ARRIVA L'ORA DEI TRENI CARGO.
Una rete ferroviaria lunga 870 chilometri, costata oltre 32 miliardi di euro, ma con diversi tratti da completare. L'Italia è l'unico Paese con due concorrenti, Frecciarossa e Italo, che si contendono il mercato dei passeggeri. Ma in dieci anni nessun container ha scelto le rotaie veloci. Dagli Usa alla Russia, ci prendono come modello. Eppure non riusciamo a far partire treni merci capaci di togliere l'esercito di Tir dalle nostre autostrade. In dieci anni ha fatto viaggiare 309 milioni di passeggeri e zero merci, su una rete lunga ed estesa. Prossima sfida dell'Alta velocità italiana: lanciare sulle superlinee anche i treni cargo, obiettivo testardo dello stesso ministro Graziano Delrio. Che ha riportato la politica agli impegni presi. Fu proprio il Parlamento a votare questo doppio registro. Sistema promiscuo che non esiste ad esempio in Francia, il primo Paese europeo a realizzare l'avventura dell'AV, la tutta concentrata sul traffico passeggeri. I conti dell'opera sono salati. Da Torino a Napoli - passando per Milano, Bologna, Firenze e Roma - l'AV ci è costata 32 miliardi, cifra "consolidata nel 2016 e presentata in varie sedi istituzionali", ricorda RFI. E cifra davvero importante, dentro ci sono anche gli interventi di potenziamento sulle linee convenzionali e le opere compensative. Restano tratti da completare al sud e al nord, dalla Palermo-Messina al terzo valico tra Liguria e Piemonte alla Verona-Padova. Guardando a domani un dettaglio: l'11 dicembre sarà operativa la Treviglio-Brescia. E le merci? Ne parleremo nel 2018, così promette Giuseppe Sciaronne di Isc, Interporto servizi cargo, il primo a farsi avanti. Bruno Dalla Chiara, professore al Politecnico di Torino, prevede :"Da un punto di vista teorico la cosa può funzionare. Da un punto di vista pratico bisogna prima risolvere problemi d'esercizio. Un treno che viaggia a 300 e passa chilometri orari, non può trovarsi davanti un merci che va agli ottanta-cento-centoventi. Troppo rischioso. Occorrerebbe relegare il trasporto cargo la sera tardi, la notte o la mattina presto". Poi ci sono i conti :"Una linea tradizionale costa 2 euro e mezzo a chilometro, quella AV all'inizio supera i 12. Poi l'autorità di regolazione dei trasporti ha imposto 8 euro. Chiaro che per un esercente del trasporto merci questa cifra resta proibitiva". Eppure il professore Dalla Chiara vede grandi possibilità di sviluppo soprattutto a est "verso l'area russa e la Cina. Si parla della via della seta, la Germania ad esempio ha già attivato treni merci da Amburgo a Pechino che impiegano 15 giorni invece dei 34-35 via mare". Si aggiunge Aldo Isi, direttore investimenti RFI, al coro dell'ottimismo :"l'infrastruttura è già in grado di consentire il traffico cargo. Ora le imprese ferroviarie si devono organizzare. Ad esempio, i treni dovranno essere attrezzati con i sistemi supervisione e controllo. I carri dovranno avere una certa qualità. Le imprese stanno lavorando. Abbiamo segnali d'interessamento, si cominciano a intravedere potenziali clienti.".
Fonte: QN Economia&Lavoro