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INTERVISTA A MAURIZIO GENTILE (RFI)

I cantieri del primo lotto della linea Tav Brescia-Verona partiranno a Giugno. E dureranno 5 anni. Il progetto esecutivo verrà integrato con le prescrizioni antisismiche e ambientali chieste dal Consiglio superiore dei lavori pubblici. Lo assicura Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi, che spiega perchè non è possibile potenziare la linea storica: "Dobbiamo spostare le merci dalla gomma al ferro. La Tav è strategica per l'alta capacità e collegherà Brescia all'Europa". 

I cantieri per la Tav Brescia-Verona partiranno a Giugno. Giusto il tempo per integrare il progetto esecutivo apportando migliorie tecniche e cercando di limare - per quanto possibile - le ricadute ambientali. I soldi per il primo lotto (Brescia Est - Verona) ci sono (2,2 mld di euro). I lavori inizieranno a Lonato del Garda (una galleria da 7,4 chilometri) e dureranno per 5 anni, seguendo la tempistica da sempre indicata da Ferrovie dello Stato. E non 36 mesi come ha auspicato recentemente il sottosegretario ai Trasporti, Umberto Del Basso De Caro. E' quanto conferma al Corriere Maurizio Gentile, amministratore delegato e direttore generale di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), la partecipata di Ferrovie dello Stato che dal Duemila gestisce l'intera infrastruttura ferroviaria italiana. Il manager sgombra definitivamente il campo dalle alternative al tracciato: non è possibile potenziare la linea storica, perchè il vero obiettivo della Tav non è solo l'alta velocità, ma l'alta capacità: ovvero spostare sui nuovi binari almeno il 30 per cento delle merci entro il 2030. Togliendo traffico dalle strade e diminuendo quindi il peso dell'inquinamento.

Ingegnere, davvero riuscite a far partire i cantieri a Giugno? "Si. Nei prossimi giorni sarà sottoposto all'esame del Cipe il progetto del tracciato Brescia-Verona che è stato suddiviso in due lotti: i lavori partiranno sul primo lotto, Brescia Est-Verona, e dureranno cinque anni. Il secondo riguarda il collegamento Brescia Ovest- Brescia Est (i 30 km da Travagliato a Calcinatello) ovvero lo shunt a sud della città. L'approvazione del secondo lotto verrà molto probabilmente rimandata visto che si sta ragionando sull'ipotesi alternativa dell'uscita dei binari da Brescia (soluzione già data per certa dall'amministratore delegato di Fs, Renato Mazzoncini, ndr.). Per quanto riguarda il primo lotto, attendiamo l'esame del Cipe. A valle del suo esito, che ci auguriamo sia positivo, ci saranno i tempi tecnici della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (un paio di mesi). A Giugno potranno iniziare i lavori".

Recentemente il sottosegretario Del Basso De Caro ha parlato dell'imminente avvio dei cantieri, che dureranno solo tre anni... "Diciamo che l'esternazione del sottosegretario è più un auspicio, una sollecitazione del governo nei confronti di Rfi. La tempistica resta quella preventiva, cinque anni. E dall'inizio dei lavori alla piena operatività dei convogli erano previsti 7 anni. Certamente faremo il possibile per chiudere i cantieri prima".

Ma i soldi ci sono? "L'intera tratta ha un costo, a valle della progettazione definitiva , di 2 miliardi e 860 milioni. Questo il prezzo convenuto con Cepav Due. Dentro però c'era anche lo shunt. Il primo lotto, da Brescia Est a Verona, costa circa 2 miliardi e noi oggi abbiamo una disponibilità finanziaria di 2,2 miliardi, sufficienti a coprilo integralmente".

Vero però che a Dicembre il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici ha ravvisato la necessità di integrare il vecchio progetto del 2003 alla luce delle nuove norme sismiche e tecniche. Gli enti locali chiedono anche di ridimensionare le ricadute ambientali, dal laghetto del Frassino a Peschiera all'area archeologica del Lavagnone di Desenzano, entrambi siti Unesco. "Il progetto della Tav Brescia-Verona nasce molto prima delle nuove norme. Ora siamo alla progettazione definitiva e per non rifare tutto da capo nella fase di stesura del progetto integrativo recepiremo le prescrizioni sulle nuove norme antisismiche e sulla conservazione dei luoghi tutelati, a partire dal laghetto del Frassino. Il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici che dà pareri consultivi e non vincolanti, si è comunque espresso favorevolmente riguardo l'opera. Anche il Cipe potrebbe chiedere altre prescrizioni. Ottimizzeremo il progetto ma senza alterare il costo complessivo."

I binari passeranno comunque in un territorio pregiato come i vigneti del Lugana. Non è possibile ridurre ulteriormente l'impatto ambientale. "Ricordo che inizialmente il progetto prevedeva il consumo di 200 ettari di Lugana, che sono stati ridotti a trenta. Di più non è possibile. Anche se nella fase esecutiva valuteremo come ridurre ulteriormente le ricadute ambientali. Ricordo anche che realizzeremo una serie di opere compensative per migliorare la viabilità del territorio". 

Quindi è scartata del tutto l'ipotesi di sfruttare la linea ferroviaria storica... "Con solo due binari non potremmo mai raggiungere gli obiettivi che ci chiede l'Europa: portare il traffico merci dall'attuale 8% al 30% entro il 2030. Lo possiamo fare con l'alta capacità".

 

Fonte: il Corriere della Sera. autore Pietro Gorlani data 26/02/17